Madonna della Difesa

Cortina d'Ampezzo (Bl), 2009

“…Il progetto di adeguamento del presbiterio ha un duplice scopo: consentire un agevole svolgimento dei riti e mettere in evidenza i tre “luoghi” eminenti del presbiterio stesso che sono l’altare, l’ambone e la sede del presidente…”

“…Poiché l’adeguamento liturgico del presbiterio può incontrare ostacolo nella presenza delle balaustre, non deve essere esclusa, soprattutto per le chiese parrocchiali, l’eventualità o la necessità della loro rimozione.”

Per brevità ci soffermiamo su tre poli: l’altare, l’ambone ed il battistero


L’altare

Il nuovo altare evoca la duplice dimensione di ara del sacrificio e mensa del convito pasquale. Scegliamo una foggia rettangolare allungata, una tavola i cui sostegni divengono appoggi piuttosto massicci, compatti sui lati. In tal modo, a chi guarda l’altare dai fianchi o da tre quarti, restituiamo anche l’immagine solida e compatta dell’ara sacrificale

L’archetipo che ci ha suggestionato è il trilite, tre pietre, due sostegni laterali distanziati ed una pietra orizzontale: il primo sistema strutturale portante della storia, la cui massima espressione non a caso sarà il tempio. Come il tempio è luogo preferenziale ove la divinità si rende vicina all’uomo, così il trilite si pone come archetipo della porta nella sua accezione più nobile.

In effetti ciò che accade in corrispondenza dell’altare è un avvenimento misterioso, che mette in comunicazione l’altro con questo mondo, trasformando in soglia questo polo liturgico. L’altare è il luogo ove il Verbo si fa carne e viene ad abitare in mezzo a noi.

Da questa soglia dunque ci viene incontro Cristo, crocifisso e risorto, scolpito in un blocco di calcare bianco nell’atto di lasciare la croce per abbracciarci.


L’ambone

L’ambone è collocato in prossimità dell’assemblea. Esso si avvicina ai fedeli, occupando l’ultimo gradino, in modo da costituire una sorta di cerniera tra il presbiterio e la navata.

La forma dell’ambone è correlata a quella dell’altare: un prisma realizzato in legno di noce anticato (come l’altare ed il coro esistente), il cui fronte ripiega su se stesso lasciando emergere un gruppo scultoreo in pietra chiara dello stesso litotipo dell’altare,

Scegliamo di raffigurare Cristo sul monte delle beatitudini.

Il soggetto è costruito su uno schema piramidale, al cui vertice sta Gesù. Sotto in luogo della folla, la famiglia contemporanea, ricca della presenza di molti bambini. Gesù non è isolato dalle persone, come si riscontra in gran parte dell’iconografia classica, ma viene raffigurato ad esse unito, compagnia concreta.


Il battistero

Quanto la tradizione figurativa trasmette ai posteri, sopratutto se la sua fattura è bella, va sempre conservato. Giò Ponti nel suo bel libro “La casa all’italiana” si raccomanda di conservare i bei mobili antichi, senza aver paura di collocarli in un contesto moderno. Da esso verranno esaltati.

Così proviamo a fare noi, nella Chiesa, che dell’uomo è dimora per eccellenza. Trasportiamo l’antico fonte in pietra togliendolo dall’isolamento della sua nicchia per restituirlo alla gente, nell’ampiezza di uno dei due grandi vani laterali all’assemblea. Gli disegnamo attorno un piedistallo moderno, silenzioso e pulito, come un’onda che batte la risacca sulla spiaggia, per ricordare che solo l’acqua che Gesù offre può colmare la sete di infinito nel cuore di ogni uomo.